ALTOMONTE (CS) – Promuovere lo sviluppo eco-sostenibile dei territori attraverso la ricerca e la valorizzazione dei minimi comun denominatori e la messa in rete dei marcatori identitari distintivi custoditi nei borghi che si concentrano nella vasta area compresa tra il Pollino, la costiera tirrenica cosentina e le due importanti vie d’acqua delle centrali valli del Crati e dell’Esaro. Le Valli di Plinio, parte da Altomonte il più esteso progetto di Distretto del Cibo.
È quanto fa sapere il Sindaco Gianpietro Coppola informando che sono già più di 20 le amministrazioni comunali che, insieme a tante realtà del mondo dell’associazionismo, culturale ed accademico, hanno aderito alla proposta di costituzione del progetto presentato nei giorni scorsi nella Città d’Arte.
La nascita del Distretto del Cibo, se riconosciuto dalla Regione – ha detto il Sindaco – darà vita ad una realtà sovracomunale che si potrà legittimamente candidare ad essere ricettore di finanziamenti e piani di sviluppo che possano riguardare non solo le produzioni agricole e le trasformazioni agroalimentari, ma anche lo sviluppo rurale in generale, il turismo, la promozione dei beni culturali e il rilancio delle attività produttive.
Le amministrazioni comunali rivestiranno il ruolo di facilitatori, mentre la governance degli strumenti di sviluppo sarà affidata agli imprenditori, alle associazioni di categoria, ai gruppi finanziari e bancari, insomma al mondo dell’impresa e dell’economia.
Ecco perché – conclude Coppola – chiamiamo a raccolta tutti gli imprenditori e le aziende di questo vasto territorio, in quanto le opportunità che si creeranno con la successiva partecipazione al bando nazionale sui Distretti del Cibo, che già oggi vanta un’importante dotazione, andranno tutti a vantaggio dell’economia locale.
Il filo conduttore è rappresentato dalla figura di Plinio il Vecchio, geografo, naturalista, scrittore e storico romano, instancabile e curioso viaggiatore del I secolo d.C. e attento cronista dei luoghi attraversati e delle esperienze vissute che, rima di morire a Stabia durante la terribile eruzione del Vesuvio del 79 d.c., passò e raccontò nella sua Naturalis Historia di questi territori.
L’idea portante del progetto è, dunque, quella di mettere in rete i tanti attrattori presenti sul territorio, dalle aree di valenza naturalistica ed ambientale, a quelle archeologiche, dai monumenti storico-artistici alle bellezze dei centri storici, dalle terme alle produzioni tipiche dei territori coinvolti, autentici e ricchissimi giacimenti di risorse agroalimentari ed enogastronomiche di assoluta valenza che, tutte insieme, possono trovare nel costituendo Distretto del Cibo un nuovo e importante strumento di crescita, sviluppo e promozione, nonché di ulteriore valorizzazione dei marcatori identitari e distintivi, sia dal punto di vista delle produzioni agricole, delle trasformazioni agroalimentari, della valorizzazione delle tipicità, sia per giungere ad una maggiore tutela e valorizzazione dell’ambito rurale, che storicamente è sempre stato il cuore e il motore della vita di questi territori.
Ad oggi, insieme ad Altomonte, hanno aderito i comuni di San Sosti, Acquaformosa, San Donato di Ninea, Firmo, San Lorenzo del Vallo, Spezzano Albanese, Malvito, Santa Caterina Albanese, Roggiano Gravina, San Marco Argentano, Fagnano Castello, Mongrassano, Cervicati, Cerzeto, Torano Castello, Bisignano, San Martino di Finita, Rose, Cetraro, San Basile, Lungro, Guardia Piemontese e Paola.
Hanno espresso interesse per l’iniziativa, insieme ai Consorzi di produzione e tutela e alle associazioni di categoria, il GAL Valle del Crati, l’Arsac e l’Università della Calabria con l’Osservatorio dello Sviluppo rurale.
La sede fisica del Distretto del Cibo sarà proprio il Museo dell’Alimentazione Mediterranea, sito nel Palazzo Battaglia di Altomonte.