Il Circolo della Stampa di Cosenza celebra vent’anni nel ricordo di Maria Rosaria Sessa

di Greta Durante

Il ventennale della fondazione del Circolo della Stampa “Maria Rosaria Sessa” di Cosenza ha rappresentato un momento di profonda riflessione e celebrazione, tenutosi in presenza di numerose autorità e giornalisti provenienti da tutta la regione. Il Circolo, intitolato alla giornalista cosentina Maria Rosaria Sessa, vittima di femminicidio nel 2002 per mano dell’ex compagno, è divenuto nel tempo un simbolo della lotta contro la violenza di genere, nonché un punto di riferimento per i giornalisti locali.

Alla cerimonia commemorativa hanno preso parte il presidente nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Bartoli, e il presidente regionale, Giuseppe Soluri, il Presidente del Circolo Franco Rosito, insieme a importanti rappresentanti delle istituzioni, tra cui il sindaco di Cosenza Franz Caruso, il prefetto Rosamaria Padovano e il questore Giuseppe Cannizzaro. Presenti anche numerosi soci del Circolo e giornalisti, i quali hanno sottolineato l’importanza del ruolo che l’informazione svolge nella sensibilizzazione dell’opinione pubblica, in particolare sui temi della violenza contro le donne.

Tra gli interventi più toccanti, quello di Riccardo Giacoia, giornalista Rai, che ha ribadito quanto sia cruciale oggi mantenere alta l’attenzione su tali tematiche. Le parole dei relatori hanno trovato una comunione d’intenti, evidenziando come il giornalismo possa farsi strumento di denuncia sociale e di costruzione di una cultura della non violenza.

La cerimonia si è conclusa con una cena, durante la quale i partecipanti hanno avuto modo di confrontarsi ulteriormente su tematiche di attualità, ribadendo l’impegno del Circolo della Stampa di Cosenza a proseguire la sua missione in memoria di Maria Rosaria Sessa. Il suo sacrificio resta una ferita aperta, ma al contempo rappresenta un faro di speranza e di lotta per una società più giusta e inclusiva.

In un tempo in cui l’informazione gioca un ruolo sempre più determinante, momenti come questi servono a ricordare quanto sia essenziale il lavoro di chi, con coraggio e professionalità, dà voce a chi spesso non ne ha.